Biografia

Riccardo Camoni nasce il 16 aprile 1950 a Buenos Aires (Argentina) da genitori italiani. Due anni dopo è già in Italia, a Milano.

Nel 1968 esordisce sulla scena artistica nazionale, partecipando alla tre giorni “arte povera+azioni povere”, organizzata ad Amalfi da Germano Celant e M. e L. Rumma. L’artista propone una performance in cui “calpesta il rettangolo di sabbia di circa 100 metri  quadrati precedentemente battuto e lisciato”.

Nel 1974 inaugura la sua prima mostra personale, a Milano, a cui seguiranno esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero.

Tra gli anni ’70 e ’80 la sua ricerca si indirizza sulla matericità del colore: stende grandi pennellate sopra supporti da cui è possibile staccarle, creando una sorta di petali e di brandelli e rimasugli di acrilico, che vengono poi assemblati secondo un ordine regolare. Si tratta di un approccio assimilabile a quello di artisti che si riconoscono nella cosiddetta “pittura analitica”.

Seguono poi i cosiddetti “Disegni rossi”, in cui il linguaggio geometrico, che riporta a un certo minimalismo, si coniuga all’organicismo delle forme e ad accese soluzioni cromatiche. Il rosso e il nero sono i colori d’elezione a cui l’artista si manterrà fedele nel tempo. L’ispirazione geometrica viene trasposta anche in scultura: forme solide popolate da fantastiche sagome di carta colorata, strutture in poliestere e fibra di vetro in cui la pittura diventa forma plastica.  Le forme si ispirano a pietre, quarzi, a forme geometriche spezzate e ricombinate liberamente nello spazio. Sono gli anni in cui il lavoro di Camoni riceve attenzione per il suo rigore e la sua eleganza. Nel 1984 per la facciata del negozio nella centralissima Via della Spiga, il gioielliere Scavia gli commissiona una scultura policroma, che dona al Comune di Milano. Oltre alle mostre personali e collettive, a Milano è presente alle esposizioni di Palazzo Reale, della Triennale e del Padiglione d’Arte Contemporanea, e partecipa alla Fiera d’Arte di Basilea, Colonia, Bologna, Stoccolma.

Quasi per interiore necessità, nel 1986 Camoni trasferisce il suo immaginario in forma dinamica e realizza il video “Catalisi”, estatica scomposizione e ricomposizione di immagini in musica, ricco di suggestioni spaziali e cosmiche. Inizia nello stesso anno il suo percorso di docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, che si caratterizza per l’apertura alla libertà espressiva e alle potenzialità di ogni singolo allievo.

Alla ricerca di un cambiamento radicale, nel 1990 si trasferisca a Catania, dove continua l’insegnamento presso l’Accademia. Sollecitato dallo splendore della luce e della natura siciliana, Camoni riprende a dipingere con grande fervore e inizia uno dei suoi cicli pittorici più intensi e raffinati, dove predominano il nero e l’oro. Si evidenzia un’ispirazione quasi mistica, sottolineata dai titoli delle opere del periodo, come “Preghiere”, “Meditazioni Notturne”, o anche “The Decay of the Proton” con il suo rinvio cosmico.

Passa successivamente all’Accademia di Belle Arti di Urbino. In questo periodo approfondisce le possibilità aperte dal collage: prelevando frammenti di immagini decontestualizzate, sembra evocare tracce di un mondo animale o di organi interni e compone tavole cariche di lirismo in cui spesso si affaccia anche una certa ironia.

Nel ’93 diventa titolare della Cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Torino e comincia a utilizzare in maniera sistematica l’acquerello, tecnica che permette all’artista di creare sofisticate immagini tra l’astratto e l’onirico figurativo, con effetti sempre di grande cromatismo. E’ il riavvicinamento a una pittura-pittura e a una rinnovata libertà di segno.

L’insegnamento lo porta nel ’95 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, finché nel ’98 stabilisce a Bologna la sua sede definitiva. La sua ricerca in campo didattico, tesa a individuare ciò che di genuinamente artistico c’è in ogni singola persona, gli procurano il rispetto degli allievi.

Il 3 agosto del 2008 scompare prematuramente. L’attenzione della critica, di Renato Barilli in particolare, negli anni successivi rende omaggio al suo lavoro con due grandi mostre al Museo Archeologico di Bologna e ai Magazzini del Sale di Cervia e con la presenza delle opere dell’artista in altre esposizioni tematiche.